Il se'


... credo di averlo visto...
nei volti di alcuni uomini, in quello televisivo del Gladiatore,
in quello reale di mio Padre, in un disegno di Latete.

Guardarsi allo specchio per vedersi dentro non è possibile.
La nostra immagine è condizionata dai ricordi, dalle nostre azioni,
dalle aspettative e dall'idea di noi che abbiamo.
Ha troppa storia ed è troppo complicata e dispersiva la nostra immagine.
Senza contare che guardare troppo noi stessi è un atto di narcisismo,
un riflesso dell'ego ben lontano dal Se'.

Paradossalmente il mio Se' lo vedo nello sguardo di un altro uomo.
Nello sguardo di uno sconosciuto, che incontriamo in un attimo fuggente
mentre percorriamo la vita. In quello sguardo mai visto prima,
del quale non conosciamo la storia, possiamo allora rifletterci
e se questo accade e se vediamo qualcosa, allora forse vediamo una parte del nostro Se',
di quella parte profonda e collettiva che ci portiamo dentro.

Ecco perchè non si puo' capire cosi facilmente il Se',
perchè gli archetipi sono cosi' difficili da cogliere e percorrere,
perchè sono immagini che passano rapide, e che non sono mai nel posto in cui
le abbiamo lasciate, sono movimenti dell'anima, sono un gioco di specchi.

Allora ogni giorno che ci alziamo, se vogliamo ritrovare questo contatto
con il profondo non possiamo che tenere gli occhi ben aperti, essere in ascolto,
annusare quello che ci circonda, toccare le cose ogni volta come se fosse la prima.

Carl Gustav Jung disse: " Il Se' è un cerchio il cui centro è in ogni punto e la cui circonferenza è in nessun punto. E sa chi è il se per l'uomo occidentale? E' Cristo. Perchè Cristo è l'archetipo dell'eroe, colui che rappresenta la più alta aspirazione dell'uomo."