Se oggi dovessi morire cosa avrò lasciato al mondo?


(riflessioni, forse deliri)

Come gira strano il mondo...
... a volte mi cadono le braccia a sentir parlare certe persone... e questo quando parlano... già perchè per buona parte dei casi queste affrontano la vita senza neanche domandarsi cosa stanno facendo, se fanno del male o no, se fanno cosa giusta o sbagliata.

Si pensa solo all'oggi: la mia carriera, la mia (pur onorevole) famiglia, la mia banca, la mia carta di credito, la mia, la mia felicità, la mia, la mia casa, la mia identita', la mia... c'è veramente bisogno di arrivare a 40, 50 anni per farsi questa fatidica domanda...: "se oggi dovessi morire cosa avrò lasciato al mondo?". Cosa servirà a quel punto la tua macchina, la più autorevole delle tue lauree, la tua posizione sociale? Magari una madre disoccupata con i suoi tre figli ed il suo amore avrà dato molto di più al mondo, magari un semplice operaio con la sua costanza nel lavoro, nell'educazione dei figli e nelle sue ore di volontariato settimanale avrà dato molto di più al mondo. Dunque se io mi pongo la fatidica domanda d'improvviso le carte di credito, le fighe siliconate, la banca, la carriera, spariscono. Appare invece ogni istante in cui ho donato, ogni istante in cui ho saputo far crescere qualcuno o qualcosa, ogni istante in cui ho ricevuto e dato amore, come delle foto, niente codici a barre o lauree sono ammessi, nessuno status conta, nessun esborso può riempire il vuoto che si puo' sentire alla fatidica domanda.

Ma perchè pochi se la pongono... è così difficile da capire? E' così difficile capire che il senso lo diamo noi alla vita, e che se non lo daremo moriremo in silenzio e lasceremo il Nulla?

L'egoista vive nella paura e poi sparisce nel Nulla. Ma paura di cosa? Forse dell'omologazione che oggi serpeggia, in ogni spot, cartellone pubblicitario, atteggiamento dimostrante uno status. Ricordo da piccolo nei quartieri di periferia, nei paesi, la vita era diversa per ognuno di noi, ognuno aveva una storia così personale, nessuno era ed aspirava ad essere uguale all'altro, nessuno pensava mai che sarebbe diventato uguale all'altro neanche tra cent'anni.

L'uomo economico invece è razionalizzato. Ce ne sono al massimo qualche decina di modelli non di più. Risorsa umana quando produce, target quando consuma, ogni modello e descrivibile in poche parole, in un terrificante "profilo riepilogativo" ci vediamo schiaffeggiati in decine, centinaia di cloni uguali, dallo stesso profilo, sotto questo punto di vista la clonazione è già arrivata e il nostro ego impazzisce alla ricerca di un modello senza capire che per realizzarsi invece dovrà costruirsene uno proprio, originale.

Ecco forse il perché di tutto questo ego. Paradossalmente nella società di individui, siamo tutti molto più uguali di quanto diversi particolari e originali eravamo nella società dell'ideologia e del padre. Forse perchè era un riferimento ed ognuno decideva la sua posizione in rapporto ad esso, mentre oggi nell'estrema libertà di movimento si resta fermi, nel caos non sappiamo relazionarci, senza punto fermo dell'ideologia-verità cadiamo nel relativismo, senza radici siamo alberelli spazzati dal vento, senza nutrirci di valori spirituali cadiamo nell'accumulo di valori materiali.

Ego va bene quindi, ma manca qualcosa... un pezzo importante, cosa è?
E' il cosmo.
E poi manca l'armonia che li unisce.
Armonia tra ego e cosmo, tra dentro e fuori, sopra e sotto.

L'ego tanto accresciuto dalle nostre madri, lasciato brado per il mondo, l'ego non ha sposato il senso cosmico che dovevano portare i nostri padri, e oggi ne siamo schiavi dell'ego, cioè di una persona che è dentro di noi. Ma noi non siamo solo ego, siamo anche cosmo e finché non nutriamo questo saremo inevitabilmente martoriati da un senso di insoddisfazione perenne, di fallimento, di lontananza dalla verità.

Cerchiamo di capire che non siamo solo questo corpo, ne tanto meno i nostri averi materiali. Siamo anche l'altro, e l'altro è un po' noi. Siamo tutti un po' diversi, ma anche tutti accomunati. Siamo un po' controllati, ma un po' incontrollabili, non siamo divisibili e non siamo completamente uniti. Siamo una grande organismo che vive, che si muove nello spazio, che fluttua in un viaggio senza tempo, un apparente caos che nasconde sottili armonie da studiare e comprendere, come in un grande ed ampio respiro che cresce e decresce senza un vero inizio e senza una vera fine, ma segna una vita in una continua, eterna, misteriosa, trasformazione.